Cosa rivela la nostra scrittura?

Tratti personalità

I tratti di personalità rivelati dall’analisi del gesto grafico con la grafologia

Girolamo Moretti (1879 – 1963), padre della grafologia italiana, definiva la grafologia “scienza sperimentale che dal solo gesto grafico di uno scritto umano rivela le tendenze innate” (G. Moretti, Trattato di grafologia, Padova, Messaggero, 1964).

Per Moretti, le tendenze innate, emergono dalla spontaneità del gesto e parlano della personalità dello scrivente. Dobbiamo prendere in considerazione, quindi, il fatto che ogni individuo comunica le sue qualità, le sue tendenze innate, con la grafia. I grafologi, hanno più o meno in modo palese, evidenziato le potenzialità racchiuse nel gesto grafico e queste possono essere definite dalle disposizioni innate o acquisite. Il fatto che noi che scriviamo siamo il risultato di innato e acquisito è ormai cosa conosciuta.

Personalmente, ritengo, che la grafia spontanea e naturale di cui parla Moretti, sia quella che rende conto dell’individualità potenziale. Moretti sosteneva, che la grafia è sostanzialmente identica è permanente lungo tutto il corso della nostra vita. Infatti, l’autore, parla di una sostanziale identità permanente non relativa tra psiche e soma. F. Giacometti (F. Giacometti, che cosa rivela la scrittura?, “Scrittura”, IV, 1974, p. 3-10)  obietta l’importanza dell’ambiente che circonda la persona ed afferma che l’espressione grafica rappresenta un momento dinamico della persona e né fissa le caratteristiche così che queste possano essere osservate. Questo significa che attraverso la grafia, come per mezzo di altre forme espressive, si è in grado di cogliere l’interazione in atto e potenzialità delle funzioni e delle caratteristiche genetiche, delle influenze ambientali prenatali e postnatali, sociali e culturali.